Il Teatro è un’esperienza totale
Il Teatro è un’esperienza totale e totalizzante, in molti sensi.
Dal punto di vista dell’Arte è un crocevia dove s’incontrano la Musica, le Arti Figurative (la Scenografia), la Danza, la Moda (i Costumi), l’Arte della parola detta (la Recitazione) e quella della parola scritta (la Letteratura).
A mio avviso, considerando la faccenda in funzione della produzione teatrale, un buon teatrante dovrebbe acquisire una qualche competenza in ciascuna di queste discipline, se non vuole che il suo “teatrare” sia monco, incompleto. La sua sensibilità si deve aprire in molte direzioni. Non è necessario che impari a dipingere come Raffaello nè a suonare come Mozart, tuttavia è indispensabile che padroneggi almeno l’ABC di molte Arti, se vuole muoversi sulla scena (o far muovere gli altri) senza inciampare ad ogni passo. Per questo ogni volta che mi è capitato di organizzare un Corso di Teatro, per adulti o per ragazzi, ho sempre strutturato gli incontri affinchè fossero un’esperienza a 360° nei territori abitati dalle Muse, affrontando con gli allievi, oltre alle canoniche lezioni di recitazione e improvvisazione scenica, anche elementi di scrittura per la scena (drammaturgia), di disegno e costruzione dello spazio (scenografia) e di messa in relazione delle varie componenti (regia).
Ma guardando la questione dal punto di vista delle diverse arti e dei loro rapporti reciproci, la faccenda si fa ancora più interessante: in questa prospettiva il Teatro diventa un luogo privilegiato di sperimentazione, un laboratorio in cui far interagire elementi e funzioni differenti di differenti espressioni artistiche come la musica, la poesia, la pittura, la danza, e mettere tutto alla prova.
E questo è stato per me il teatro, specie negli ultimissimi anni di febbrile attività su entrambi i fronti, quello teatrale e quello artistico, fronti che inevitabilmente si sono incrociati e contaminati.
E il frequente cambio di prospettiva mi ha concesso talvolta la fortuna di improvvise, inaspettate rivelazioni. Cambiare punto di vista può aiutare a capire.
Così, in un catalogo che tratta della mia attività artistica, non fare qualche riferimento a quella teatrale sarebbe stato non solo incompleto, ma addirittura fuorviante: sarebbero mancati importanti riferimenti che avrebbero reso, credo, incomprensibili molti aspetti.
Vi sono poi altri fatti rilevanti. Il Teatro è un’esperienza collettiva, e lo spettacolo (qualsiasi spettacolo) è l’espressione artistica di un gruppo. In questo senso, accanto agli obbiettivi artistici vi sono delle innegabili valenze sociali: facendo teatro infatti si imparano (si possono imparare) le regole fondamentali della convivenza e della proficua collaborazione per il raggiungimento di un bene comune, che nella fattispecie è la riuscita finale di uno spettacolo. In quest’ottica ciascuno impara a sacrificare il proprio personale successo per un successo più grande capace d’irradiare ciascuno che vi ha preso parte di una luce ben più sfolgorante.
E, sebbene sia abbastanza ovvio e risaputo, questo è uno dei principii più importanti (e più difficili da imparare) tra quanti regolano la vita teatrale. (Ma non solo quella).
Così non parrà strano che chi si è abituato in teatro a scambiare sistematicamente opinioni, spunti creativi e riflessioni, finisca col fare poi altrettanto anche quando lavora ad una mostra o a qualche altra attività artistica. (V.P.)